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Docente nelle materie: Psicologia Generale (M10A), Procedimenti Psicoterapici (M10C), Psicoterapia Psicoanalitica (M11E) e Psicologia Dinamica (M11D) presso la Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica e dell’Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi – Fondazione AMISI è riconosciuta dal MIUR con decreto 20 marzo 1998 

 Una introduzione in corso 

Difficile definire qualcosa che è in divenire, un’idea che si viene configurando sulla spinta di intenzioni, immagini, obiettivi e desideri solo in parte completamente coscienti – come spesso avviene quando stiamo facendo qualcosa che ci prende e ci diverte: che ci di-verte (etimologicamente, che ci porta verso altra destinazione) e, proprio per questo, ci prende, perché talvolta noi ci prendiamo là dove ancora non siamo. O per lo meno, là dove ancora non siamo consapevole di essere o voler andare. 

  

Comunque… 

  

Comunque questo Sito vuole muoversi lungo due macroprospettive disciplinari: quella filosofica e quella psicologica nella piena consapevolezza tanto di ciò che storicamente e concettualmente differenzia e anche oppone queste prospettive (al punto da ingenerare nei loro cultori sospetto e, talvolta, disappunto e ostilità); quanto di ciò che inevitabilmente le connette. Inevitabilmente e produttivamente. 

Perché – e vengo al luogo teorico di maggior impegno del Sito – è sulla produttività del raccordo integrato e costante, puntiforme e al tempo stesso non confusivo tra approccio filosofico e approccio psicologico ai quesiti strategici, radicali che investono la fenomenologia dell’uomo in quanto ente capace di una sofferenza particolare e specie-specifica: quella psicologica che si gioca la tenuta ed il senso del Sito. 

Appunto, il suo operare nella direzione di una comprensione vieppiù adeguata – pur nella dura accettazione della sua strategica approssimazione – delle multiformi e ubiquitarie cause di quel patire nel tempo nelle idee, nelle emozioni, negli affetti e nelle relazioni con il quale siamo obbligati a confrontarci quotidianamente non solo come terapeuti o "filosofi" ma anzitutto come uomini, come portatori di quella stessa strutturale virtualità al patire che i pazienti ci testimoniano attraverso una fenomenologia sintomatologia che parla a noi e di noi anzitutto.